Riciclo rifiuti: la Germania sta barando sui dati

In una intervista di Silvia Zamboni a Henning Wilts (Direttore del settore ricerca sull’economia circolare presso il “Wuppertal Institut für Klima, Umwelt, Energie”), pubblicato sul numero 14 di Materia Rinnovabile (http://www.materiarinnovabile.it) si evidenziano le contraddizioni della Germania che dichiara riciclato ogni prodotto che finisce in un inceneritore.

Wuppertal Institut

L’industria tedesca impiega infatti l’85% di materie prime vergini mentre solo il 15% viene da processi di riciclo.

Le dichiarazioni sono clamorose perchè vengono proprio dal paese che viene considerato un esempio nel ciclo dei rifiuti.

La contraddizione emerge dal diffondersi del principio di Economia Circolare che ha evdenziato come il ciclo tedesco non sia tanto virtuoso basandosi sul principio del recupero che in Germania è equiparato al riciclo.

Silvia Zamboni chiede a Henning Wilts perchè le statistiche ufficiali attribuiscono alla Germania altissime percentuali di riciclo? Perché statisticamente il recupero energetico rientra nelle percentuali di riciclo: uno smartphone che finisce in un inceneritore si considera riciclato al 100%, mentre in realtà non si è recuperato alcun materiale. Un altro problema sono i rifiuti che si producono dalle demolizioni in edilizia: risultano riciclati per oltre il 90%, mentre invece non sono riutilizzati come materiali da costruzione ma sono impiegati per costruire barriere antirumore lungo le autostrade. Solo il 3% del cemento viene recuperato, il che significa che per ogni nuovo edificio si usa il 97% di materie prime.”

Silvia Zamboni chiede quali siano le prospettive dell’economia circolare in Germania e Wits dichiara: “Dipenderà molto dall’Europa e dal pacchetto sull’economia circolare attualmente in discussione, rispetto al quale la Germania mantiene un atteggiamento piuttosto prudente ritenendo preferibile non fissare degli obiettivi precisi prima di aver chiarito come misurare le performance, per esempio nella riduzione della produzione dei rifiuti e nel recupero dei materiali. Se l’Europa deciderà di darsi obiettivi ambiziosi, la Germania rifletterà su come muoversi.

Resta, tuttavia, la domanda se l’economia circolare sia un progetto economico o ambientale. Come Wuppertal Institut abbiamo condotto uno studio sull’industria delle moquette, da cui risulta che, a causa dei quantitativi di prodotti chimici da impiegare per recuperare le vecchie fibre, il processo di riciclo ha un impatto ambientale maggiore rispetto alla produzione ex novo di moquette con materiale vergine. Per cui sarebbe di primaria importanza fissare delle linee guida europee per l’ecodesign dei prodotti in funzione del recupero ambientalmente sostenibile dei materiali a fine vita. Temo però che ci vorranno almeno dieci anni per arrivarci, troppi…“.

 

Articolo Wilts Wuppertal Institut

E così crolla il mito tedesco del riciclaggio dei rifiuti barattato con l’energia prodotta. Furbizie tedesche comunicate in modo da far capire al mondo che sono i campioni del riciclo. Ma invece non è proprio così!

La domanda che sorge alla fine della lettura dell’intervista è: chi si è organizzato nell’ottica di una economia circolare (come l’Italia) sarò avvantaggiato in futuro nell’economia delle materie prime, nel know how dei processi, e nella gestione dei cicli produttivi, oppure sarà l’energia a buon mercato a comandare sempre l’economia?

CDL

 

Leggi la ricerca del Wuppertal Institut

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