GREENPEACE rende noti i risultati di Plastic Radar

Da giugno ad agosto 2018, oltre 3000 persone che hanno a cuore la salute del mare hanno fatto un gesto in più per contrastare l’inquinamento da plastica, partecipando via Whatsapp alla prima crowd-sourced investigation di Greenpeace in Italia, ovvero un’analisi realizzata grazie alla partecipazione collaborativa di chi ha risposto alla open-call dell’organizzazione.

Plastic Radar è uno strumento di partecipazione attiva, sensibilizzazione, investigazione e denuncia. Un modo attivo e interattivo per coinvolgere le persone, incoraggiate non solo a segnalare, ma anche a rimuovere e differenziare i rifiuti.

UN MARE DI SEGNALAZIONI

Il successo di Plastic Radar è evidente dai dati di partecipazione e coinvolgimento: più di 8900 segnalazioni ricevute, di cui oltre 6700 valide ai fini della ricerca, per un totale di 3236 partecipanti, di cui il 48% con almeno una segnalazione valida e tra questi, alcuni hanno inviato oltre 25 segnalazioni valide a testa.

Il maggior numero di segnalazioni è arrivato dal Mare Adriatico, seguito da Mar Ionio e Mar Tirreno. Le segnalazioni erano complete di: foto del rifiuto e posizione (coordinate geografiche), foto del marchio (se riconoscibile e presente), foto del polimero di plastica (se riconoscibile e presente).

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DAL SUPERMERCATO, ALLE CASE, AL MARE

A partire dagli anni cinquanta le multinazionali hanno invaso le nostre vite con enormi quantitativi di plastica (pari al peso di 47 milioni di balene blu). Basta entrare in un supermercato o in un negozio per rendersi conto di quanta plastica (spesso inutile) viene utilizzata per confezionare alimenti, bevande, prodotti per l’igiene domestica e personale.

Gli imballaggi volti alla conservazione di alimenti liquidi e solidi sono tra i più segnalati su Plastic Radar: abbiamo davvero bisogno di tutta questa plastica monouso? Il sistema di produzione e consegna degli alimenti deve prendere atto dei suoi gravi impatti sull’ambiente e fornire alle persone alternative che non contribuiscano all’inquinamento da plastica.

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MARCHI E AZIENDE SEGNALATI

 San Benedetto S.p.A., The Coca-Cola Company, Nestlé Italiana S.p.A., Ferrero S.p.A. ed Eurospin Italia S.p.A.: a questi grandi aziende appartengono la maggior parte dei rifiuti in plastica segnalati dai partecipanti a Plastic Radar.

Per l’azienda San Benedetto S.p.A., il marchio più segnalato è l’acqua San Benedetto, seguita da Schweppes. Anche per The Coca-Cola Company e Nestlé Italiana S.p.A. i prodotti maggiormente segnalati sono principalmente bevande: Coca Cola, Fanta e acqua Lilia per la prima; acqua Vera e acqua Levissima per Nestlé Italiana S.p.A., della quale sono stati segnalati anche rifiuti a marchio Motta.

Per fermare l’inquinamento da plastica bisogna intervenire alla fonte, ne viene prodotta troppa e il riciclo da solo non basta più. Chiedi alle aziende di abbandonare la plastica usa-e-getta. Il mare non è una discarica!

UN MINUTO NELLE NOSTRE VITE, PER SECOLI NEI NOSTRI MARI

 La plastica monouso è la protagonista assoluta di Plastic Radar. La usiamo e poi la gettiamo, ma la plastica non scompare: si deteriora, si frammenta, diventa micro-plastica, nano-plastica… e resta nell’ambiente anche per secoli. A farne le spese sono quasi sempre gli animali, che, scambiandola per cibo, ne muoiono soffocati.

Un bicchiere di plastica può impiegare fino a 50 anni per decomporsi in mare, un flacone fino a 400 anni, una bottiglia fino a 500 anni e un contenitore di polistirolo fino a 1000 anni.

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PLASTIC INVADERS

Di plastica sono fatti la maggior parte dei contenitori e degli imballaggi che usiamo per pochi secondi o alcuni minuti, ma che restano nell’ambiente per anni, per secoli. Prodotti che vengono venduti, spesso senza darci alternative, in plastica usa-e-getta come (in ordine di segnalazioni ricevute): bottiglie (in media 1 rifiuto su 4), confezioni per alimenti, sacchetti di plastica, bicchieri, flaconi di detersivo, tappi.

Se i sacchetti di plastica sono tra le tipologie di rifiuto più avvistato nello Ionio Meridionale, i bicchieri hanno ricevuto un elevato numero di segnalazioni dal Mar Ligure. Evidente l’impatto della pesca nel versante orientale della penisola, dove troviamo la più alta percentuale di reti di tutto lo stivale.

CONCLUSIONI

Fare una corretta raccolta differenziata e non abbandonare i rifiuti nell’ambiente è un dovere di ogni cittadino, ma per contrastare l’inquinamento da plastica la soluzione è una sola: RIDURRE LA PRODUZIONE!

Il riciclo ormai non è sufficiente e alcuni imballaggi non sono riciclabili. Il Pianeta non è più in grado di sopportare la cultura dell’usa-e-getta, le aziende devono assumersi le loro responsabilità: basta grandi profitti a scapito dell’ambiente, basta plastica monouso. Solo così riusciremo a ottenere il cambiamento necessario per salvare i mari dalla plastica.

3236 GRAZIE

I risultati di Plastic Radar sono frutto di una ricerca condivisa, realizzata grazie alla partecipazione di oltre 3mila persone. A tutti loro va il nostro ringraziamento più grande, a nome del mare e dei suoi abitanti, tra le prime vittime dell’inquinamento da plastica.

 

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