CRISI DEGLI IMPIANTI PER IL RICICLO
“Siamo in piena emergenza e a breve saremo costretti a rifiutare nuovi conferimenti di rifiuti da avviare a riciclo. Chiediamo a Governo e Parlamento di attivare quanto prima un tavolo tecnico di confronto tra istituzioni e piattaforme del riciclo per superare l’attuale fase di empasse e scongiurare il concreto e diffuso rischio di blocco delle raccolte differenziate”.
E’ questa la richiesta emersa al termine dell’Assemblea Pubblica delle piattaforme di trattamento dei rifiuti riciclabili, tenutasi presso la sede di FISE Unicircular (l’Associazione delle imprese dell’economia circolare) e che ha visto la partecipazione delle Associazioni APEC (Associazione piattaforme economia circolare) e ASSOPIREC (Associazione delle piattaforme di recupero) e di numerose altre imprese di selezione e recupero, alla presenza delle aziende AMA SpA ed Hera Ambiente SpA.
La situazione di emergenza per questo settore è diventata oggi esplosiva a causa di diversi fattori: la mancanza di sbocchi per il “blocco” dell’export in Cina, Indonesia e altri paesi del Far East, e la riduzione della capacità di assorbimento delle industrie utilizzatrici dei materiali di recupero (cartiere, vetrerie, produttori di pannelli in legno, industrie di trasformazione della plastica, ecc.) hanno causato difficoltà nel collocamento dei materiali recuperati e il crollo generalizzato dei prezzi di questi ultimi sul mercato; l’auspicato aumento quantitativo delle raccolte differenziate non è sempre accompagnato da un aumento qualitativo, proprio mentre oggi la domanda di materie prime secondarie si sta concentrando in maniera crescente su materiali più “puri” e con elevati standard qualitativi.
E’ diventato pertanto sempre più strategico nel ciclo di gestione dei rifiuti il ruolo delle piattaforme di selezione, trattamento e recupero, ad oggi non sufficientemente rappresentate nei e dai consorzi per il recupero, anche nell’ambito degli accordi nazionali con l’ANCI.
Le Associazioni e le imprese riunite in un’Assemblea aperta hanno deciso così di inviare a Ministero dell’Ambiente, Parlamento e Regioni la richiesta formale di attivazione di un tavolo di lavoro per superare questa emergenza, che metta a confronto le istituzioni con gli operatori su misure concrete da avviare urgentemente. Cinque le proposte operative avanzate per uscire dall’emergenza:
- promuovere l’adeguamento e il miglioramento tecnico degli impianti con incentivi agli investimenti per aumentare la qualità dei processi e dei materiali/prodotti ottenuti dal riciclo;
- avviare a soluzione il problema della carenza degli sbocchi di mercato attraverso: l’agevolazione e lo snellimento delle procedure per l’esportazione dei materiali selezionati; il coinvolgimento, in base al principio della responsabilità del produttore, del CONAI e dei relativi consorzi per individuare e promuovere sbocchi aggiuntivi; la promozione dell’applicazione dei CAM e nuove misure di sostegno all’acquisto o all’utilizzo delle materie/prodotti provenienti dal riciclo (es. IVA ridotta) in modo da evitare o colmare il divario concorrenziale tra questi ultimi e le materie naturali/vergini;
- facilitare lo smaltimento degli scarti di lavorazione delle aziende del riciclo privilegiandoli, nell’applicazione delle relative tariffe, rispetto al conferimento delle frazioni indifferenziate; al contempo, rispondere al crescente fabbisogno impiantistico di smaltimento attraverso la creazione di nuovi impianti o l’ampliamento di quelli esistenti con procedure più snelle e tempi certi;
- in via straordinaria ed urgente per questo periodo di transizione, fare fronte alle limitazioni autorizzative degli stoccaggi presso gli impianti per evitare il blocco dei conferimenti e, di conseguenza, delle raccolte differenziate;
- prevedere una congrua rappresentanza degli operatori del settore negli organi di governo del sistema nel suo complesso e delle singole filiere (come peraltro previsto dalle norme di settore).