La Francia mette a punto una “legge antispreco per un’economia circolare”

Ma nel confronto con l’Italia, la Francia è molto più indietro!
La nuova legge francese si pone come obiettii di uscire dalla plastica usa e getta, informare meglio il consumatore, lottare contro i rifiuti e riutilizzare la solidarietà, agire contro l’obsolescenza pianificata, migliorare la produzione: queste sono le principali sfide della legge antispreco per un’economia circolare.

L’obiettivo temporale che la Francia si pone per raggiungere “Zero plastica usa e getta” è molto lontano, entro il 2040, ma almeno si è data un obiettivo, e anche se il loro pragmatismo non è uguale a quello tedesco, possiamo credere che questo paese farà di tutto per raggiungerlo. Gli obiettivi saranno modulati da Piani quinquennali.
Il testo della legge risponde direttamente a questi obiettivi con una forte ambizione: trasformare il sistema francese in profondità. E la Francia fa bene perchè è in ritardo nell’Unione Europea posizionandosi, nel 2017, al 13° posto per raccolta differenziata.

La Francia è più indietro dell’Italia nella raccolta differenziata, nonostante il nostro Sud.

Secondo L’European Environment Agency (Agenzia Europea per l’Ambiente) nel 2017 (ultimi dati disponibili) la Francia aveva il 43% di raccolta differenziata, mentre l’Italia era 48%.Ma il dato più rilevante nel confronto fra i due paesi è che l’Italia nel 2004 era al 18% mentre la Francia era al 29%.
Inoltre noi sappiamo che l’Italia nel 2018 ha superato il 58%, mentre la Francia (dati non ufficiali) ha appena superato il 50%.
Per quanto riguarda gli imballaggi invece i due paesi sono più icini, come dimostra il seguente grafico reso pubblico sempre dall’European Environment Agency.

Per la Francia quindi il 2040 è un traguardo, ma la gara è già iniziata con, dal 1 ° gennaio 2020, il divieto di tazze, piatti e tamponi di cotone, seguito l’anno prossimo dal divieto di cannucce, posate , tovagliette, ecc.

Il testo prevede che gli obiettivi di riduzione, riutilizzo, riutilizzo e riciclaggio siano stabiliti con decreto per il periodo dal 2021 al 2025, quindi per ogni periodo consecutivo di 5 anni.

Questi decreti, nell’arco di 5 anni, saranno elaborati con ONG, produttori, comunità e associazioni dei consumatori al fine di definire congiuntamente obiettivi realistici e soluzioni credibili e rompere la logica che al momento prevalse senza strategia o coerenza: con ogni legge , i suoi divieti.

 

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Editore. Iscritto all'albo dei giornalisti della Toscana dal 1988. Amministratore di Thesis Ambiente srl dal 2012.

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