Possiamo continuare a scrivere di rifiuti nell’era del contagio da Coronavirus?

Non è solo una questione di etica e deontologia professionale, ma è una questione di informazione e di coerenza con gli obiettivi che ci siamo dati.

Può il CoronavirusCovid-19 – fermare ogni attività? Dobbiamo parlare solo di questa contaminazione globale o anche riflettere sulle conseguenze della globalizzazione? Interrompiamo ogni attività, ogni altra discussione, ricerca, lavoro quotidiano e ci immergiamo solo in questo argomento?

Non possiamo fermarci

La nostra risposta è NO!

Non possiamo fermarci e non possiamo parlare solo di Coronavirus, anche se questo contagio, ormai “pandemia”, sta polarizzando ogni risveglio e ogni momento delle giornate di quasi tutta la popolazione della terra.

Probabilmente in luoghi remoti dell’Africa, della Polinesia o della Siberia non è un argomento palpabile o conosciuto, ma ormai ha ‘contaminato’ tutte le discussioni del nostro pianeta.

Ieri ero a Vilnius in Lituania, dove si svolgeva la più importante fiera nazionale che ha invaso per tre giorni tutte le strade della capitale. Un migliaio di bancarelle con artigianato e prodotti alimentari di tutti i tipi e, nonostante la pioggia, con decine di migliaia di persone provenienti da tutti i paesi limitrofi.

Una “Fiera” che fino a due settimane fa poteva essere considerata un normale evento anche in Italia, ma che oggi è un miraggio perchè tutte quelle programmate verranno chiuse, come ogni altro evento sportivo o culturale.

Ogni assembramento è sconsigliato. Ogni incontro ravvicinato è sconsigliato!

Peggio della famigerata “adunata sediziosa”, che per motivi di sicurezza aveva ispirato il regime fascista a vietare il formarsi di gruppi di persone oltre le 10 (tuttora prevista dall’art. 655 del Codice Penale).

Il Coronavirus è andato oltre “si sconsiglia di avvicinarsi ad una persona a meno di un metro, meglio se due”.

In Lituania fino a oggi è stato registrato un solo caso di contagio e la situazione appare normale.

Il risveglio l’ho avuto al mio rientro a Minsk (Bileorussia). Infatti all’aeroporto, nonostante arrivassi dalla Lituania, e precedentemente avessi soggiornato in Bielorussia per altri 10 giorni, il mio passaporto italiano mi ha condotto alla procedura del doppio tampone (naso-gola). (insieme ad un cinese di Pechino che non parlava altro che la sua lingua).

Oltre a questo ho dovuto compilare improbabili questionari con autodichiarazioni sul proprio stato di salute. La Bielorussia a oggi dichiara solo sei casi di contagio.

Gli effetti del contagio si vedono dopo 10-15 giorni. Quindi fra 15 giorni o un mese quale sarà la situazione in Italia, In Lituania in Bielorussia o nel mondo?

Parliamo ancora di rifiuti

Eppure in questi due paesi, non certo all’avanguardia per la raccolta differenziata dei rifiuti, iniziative interessanti sulla buona gestione del problema.

Come ad esempio i contenitori di Vilnius per le raccoltedifferenziate dei rifiuti in luoghi pubblici.

Vilnius rifiuti differenziati

Vilnius, raccolta differenziata

Oppure la raccolta delle pile e batterie esauste, e piccoli RAEE a Minsk nei grandi magazzini e in alcuni supermercati.

Minsk raccolta rifiuti piccoli RAEE

Minsk – raccolta piccoli RAEE

Insomma il problema è che, con o senza il Coronavirus, i riifuti continuiamo a produrli e qualcuno deve raccoglierli e gestirli correttamente.

In caso contrario, quando usciremo da questo incubo, ci troveremo in un altro incubo fatto di rifiuti abbandonati e non gestiti.

 

 

Editore. Iscritto all'albo dei giornalisti della Toscana dal 1988. Amministratore di Thesis Ambiente srl dal 2012.

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