RIFIUTI E CRISI COVID: COSA AVVERRA’ DOPO? Intervista esclusiva al Direttore Generale di CONAI, Valter FACCIOTTO

Valter FACCIOTTO

Dopo le risposte che ci hanno dato il Vice Presidente di UTILITALIA, Filippo BRANDOLINI, e la Direttrice di FISE ASSOAMBIENTE, Elisabetta PERROTTA, oggi pubblichiamo in esclusiva per raccoltedifferenziate.it, l’intervista a Valter FACCIOTTO, Direttore Generale di CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi.

 

DOMANDA – Da quasi un anno il nostro paese e il mondo intero sono messi a dura prova dalla pandemia di coronavirus che, oltre a causare moltissime vittime, ha costretto l’intero pianeta a cambiare modo di vivere, di lavorare e di consumare. Ritenete che il cambiamento forzato di queste abitudini sarà completamente superato con l’auspicato ritorno alla normalità, oppure qualcosa resterà anche in futuro nei nostri comportamenti e in quelli della nostra società?

Valter FACCIOTTOCi ha piacevolmente sorpreso notare come i cittadini italiani non abbiano smesso di differenziare correttamente i rifiuti, in particolare di imballaggio, anche durante i mesi più bui del lockdown: la raccolta differenziata è un’abitudine ormai radicata nel nostro tessuto sociale. Stiamo parlando di un impegno che richiede continuità e che nonostante tutto non è stato fiaccato dalle conseguenze che la pandemia ha portato con sé e che hanno cambiato, a volte in modo drammatico, le nostre abitudini.

Il primo quadrimestre del 2020, che ha incluso i mesi durante i quali la pandemia è esplosa – marzo e aprile –, ha visto aumentare i conferimenti al sistema CONAI per tutti i materiali di imballaggio. Un trend che per molti di loro, come acciaio, carta e vetro, si è confermato positivo per tutto il semestre. Ne siamo convinti: le buone pratiche che permettono ai rifiuti di imballaggio di diventare risorse per nuovi cicli produttivi sopravvivranno a questa grave emergenza sanitaria.

L’auspicio, però, è anche quello che il COVID-19 ci abbia insegnato qualcosa: non possiamo rimanere sani in un mondo che ci limitiamo a sfruttare, senza proteggere abbastanza.

Mi auguro che l’attenzione al nostro pianeta e alle sue risorse continuerà a crescere.

 

DOMANDA – In questi mesi i consumi sono cambiati radicalmente rispetto al passato e di conseguenza anche la produzione di rifiuti delle famiglie e delle imprese. Si è assistito ad una contrazione dei consumi e ad una drastica riduzione della produzione di rifiuti (soprattutto imballaggi) da parte delle utenze non domestiche, dovuto alla chiusura forzata di molte attività. Per contro si è avuto uno sviluppo esponenziale degli acquisti online che necessitano di un impiego maggiore di imballaggi rispetto ai normali acquisti nei negozi. Ritenete che il sistema dell’e-commerce verrà consolidato in futuro, o ritenete che, con la riapertura delle attività commerciali la situazione ritornerà quella precedente all’epidemia?

Valter FACCIOTTOAd oggi non abbiamo abbastanza elementi per dirlo, la pandemia ci ha insegnato anche come i comportamenti sociali e le reazioni che innescano abbiano ampi margini di imprevedibilità. C’è chi si aspetta un ritorno allo shopping di persona, nei negozi, come reazione alla possibilità di tornare a farlo senza doversi preoccupare del Coronavirus: un contraccolpo emotivo che potrebbe portare nuova vitalità agli acquisti in presenza.

Non possiamo pensare, in ogni caso, che la crescita dell’e-commerce cui abbiamo assistito negli anni sia frenata dall’uscita dall’emergenza sanitaria. Stiamo parlando di un fenomeno che ha conosciuto una crescita significativa, portando chiaramente con sé nuovi quantitativi di rifiuti di imballaggio, soprattutto in carta e in plastica: dovranno essere correttamente gestiti. In questo la corretta informazione ai cittadini continuerà a rivelarsi essenziale.

 

DOMANDA – In particolare quali aspetti, legati alla produzione dei rifiuti urbani potranno cambiare e quali nuove necessità si imporranno nella gestione del settore in futuro?

Valter FACCIOTTOIncentivi fiscali per chi sceglie materia prima seconda si riveleranno sempre più vitali per il settore. Il loro valore di mercato si sta pericolosamente abbassando: chiudere il cerchio diventa sempre più difficile se il Paese si trova a dover gestire quantitativi crescenti di “materia prima seconda”  che faticano a trovare applicazioni, che non vengono richiesti. Non possiamo aspettarci in pochi anni una completa inversione di marcia a questo proposito.

Il sistema CONAI continua ad essere sussidiario al mercato, garantendo il recupero e l’avvio a riciclo degli imballaggi anche quando il mercato stesso non ha interesse a farlo, ma sarà sempre più necessario spingere perché i nuovi cicli produttivi usino le materie prime seconde come input. Aspettiamo per questo con impazienza anche nuovi provvedimenti sull’End of Waste e un’applicazione concreta del Green Public Procurement.

 

DOMANDA – L’uscita da questa crisi economica sarà probabilmente lunga e probabilmente costerà altri sacrifici. L’utilizzo del MES sarà vincolato alle spese sanitarie, ma le risorse del Recovery Fund potrebbero essere impiegate per investimenti tesi a recuperare occupazione, sviluppo e competitività. Ritenete che sarebbe utile sostenere investimenti, con le risorse del Recovery Fund, nel settore dell’impiantistica per la gestione del ciclo dei rifiuti, così come suggerisce l’ARERA nella memoria del 28 settembre 2020 (348/2020/l/com), potrebbe essere importante per colmare il gap impiantistico del nostro paese e favorire l’economia e lo sviluppo dopo la pandemia?

Valter FACCIOTTO – Risponderei in modo lapidario: sarebbe utilissimo. Una vera e propria boccata d’ossigeno per il sistema.

La carenza di impianti in alcune aree del Mezzogiorno preoccupa da anni: il comportamento virtuoso dei cittadini delle Regioni del Sud rischia di trovare in parte vanificati i suoi effetti positivi, se il Paese non si dota di un sistema impiantistico in grado di gestire con efficacia ed efficienza i rifiuti su tutto il suo territorio. Anche i benefici ambientali in senso allargato sarebbero significativi: penso soprattutto ai camion che viaggiano sulle nostre strade per portare i rifiuti verso gli impianti  di trattamento e riciclo del Settentrione, i cui quantitativi potrebbero essere ridotti.

 

 

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