PNRR: briciole alla soluzione del problema rifiuti (lo 0,9%)
Il testo integrale del PNRR è scaricabile alla fine dell’articolo in formato PDF
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19.
Da una analisi delle risorse distribuite nei diversi settori strategici (pubblicata in seguito), troviamo che il settore dell’economia circolare vale solo lo 0,9% del PNRR.
Ma andiamo per gradi partendo dal Progetto Europeo.
IL NEXT GENERATION EUROPEAN UNION (NGEU)
L’Unione Europea con il NEXT GENERATION EUROPEAN UNION (NGEU) ha messo in campo 750 miliardi di euro per rilanciare la crescita, gli investimenti e le riforme.
Il programma NGEU comprende due strumenti di sostegno agli Stati membri.
Il REACT-EU è stato concepito in un’ottica di più breve termine (2021-2022) per aiutarli nella fase iniziale di rilancio delle loro economie.
IL RRF ha invece una durata di sei anni, dal 2021 al 2026. La sua dimensione totale è pari a 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 miliardi sono sovvenzioni e 360 miliardi prestiti a tassi agevolati.
Se alle sovvenzioni stimate della RRF si somma la prima tranche dei trasferimenti dal REACT-EU (37,5 miliardi su un totale di 47,5 miliardi), il quadro complessivo che emerge è quello riportato nella figura 1.2, in cui le risorse disponibili per i principali Stati membri vengono rapportate al livello del Pil nel 2019.
Sebbene i due principali strumenti del NGEU siano relativamente generosi nei confronti di Stati membri con un reddito pro capite più basso, il raffronto in rapporto al Pil mette in luce l’effetto perequativo del programma e l’occasione che esso rappresenta, fra i maggiori Paesi dell’Unione, per la Spagna e l’Italia.
Il NGEU intende promuovere una robusta ripresa dell’economia europea all’insegna della transizione ecologica, della digitalizzazione, della competitività, della formazione e dell’inclusione sociale, territoriale e di genere.
Il Regolamento RRF (Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, 18.2.2021.) enuncia le sei grandi aree di intervento (pilastri) sui quali i PNRR si dovranno focalizzare1:
• Transizione verde
• Trasformazione digitale
• Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
• Coesione sociale e territoriale
• Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale
• Politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani
IL PIANO NAZIONALE di RIPRESA e RESILIENZA (PNRR)
Il Piano dell’Italia (in fondo a questo articolo il testo completo in pdf) si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo:
- digitalizzazione e innovazione
- transizione ecologica
- inclusione sociale
Il Piano si articola in sedici Componenti, raggruppate in sei Missioni. Queste ultime sono articolate in linea con i sei Pilastri menzionati dal Regolamento RRF e illustrati nel precedente paragrafo, sebbene la formulazione segua una sequenza e una aggregazione lievemente differente.
RISORSE DEL PIANO E ALLOCAZIONE A MISSIONI E COMPONENTI
Il Governo intende richiedere il massimo delle risorse RRF, pari a 191,5 miliardi di euro, divise in 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti.
Il primo 70 per cento delle sovvenzioni è già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento RRF, mentre la rimanente parte verrà definitivamente determinata entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del PIL degli Stati membri registrato nel 2020-2021 secondo le statistiche ufficiali. L’ammontare dei prestiti RRF all’Italia è stato
stimato in base al limite massimo del 6,8 per cento del reddito nazionale lordo in accordo con la task force della Commissione.
La tavola seguente illustra le risorse assegnate a missioni e componenti del PNRR.
A tali risorse, si aggiungono quelle rese disponibili dal REACT-EU che, come previsto dalla normativa UE, vengono spese negli anni 2021-2023 nonché quelle derivanti dalla programmazione nazionale aggiuntiva.
L’analisi della ripartizione finanziaria delle diverse voci del PNRR offre, in percentuale, i seguenti risultati (con particolare focus sulle risorse per la “Rivoluzione verde e transizione ecologica):
Quindi la “Rivoluzione verde” vale circa il 30%, ma l’economia circolare vale lo 0,9% del PNRR.
Per gli impianti di gestione dei rifiuti solo 1,5 miliardi e per progetti “faro” di riciclo 600 milioni.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanzia per la MISSIONE 2: “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” complessivamente 59,33 miliardi.
Alla voce Rivoluzione verde e transizione ecologica (da pag.115 a pag.155 del documento) si affrontano i temi ambientali. In particolare sono destinati 1,5 MLD per la realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e per l’ammodernamento degli impianti esistenti (in particolare per il Centro-Sud) e 0,6 MLD per i Progetti “faro” dell’economia circolare. Questi ultimi in misure mirate in alcuni settori a forte valore aggiunto, con target di riciclo specifici: tra i quali RAEE, carta e cartone, plastica e tessile.
Il resto delle azioni di questa misura sono indirizzati verso strategie politiche come il Piano d’azione per l’economia circolare e il Piano nazionale per la Gestione dei rifiuti.
L’agricoltura sostenibile si prende 2,9 MLD, mentre l’energia 39 MLD. Persino la gestione delle risorse idriche riceve più del doppio dei rifiuti (4,38 MLD), mentre la salvaguardia dell’aria e la biodiversità ricevono 1,69 MLD.
Adesso la parola passa al Parlamento.