Il Ministro Roberto Cingolani protagonista del digital talk “La Transizione Ecologica tra desideri e realtà”

Il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani è stato protagonista del Digital Talk “La Transizione Ecologica tra desideri e realtà”, promosso dalla Fondazione Ottimisti&Razionali e da FISE Assoambiente, in collaborazione con Italia + verde.

Il Ministro è stato intervistato dal Presidente FISE ASSOAMBIENTE Chicco Testa e dal Direttore di Ricicla TV – Monica D’Ambrosio e ha risposto alle video domande poste da rappresentanti del mondo dell’Associazionismo, dell’imprenditoria e da autorevoli esponenti della società civile.

Queste le principali dichiarazioni rilasciate dal Ministro sui diversi temi trattati.

 

Rifiuti, valorizzazione energetica strategica in alcuni contesti

“Guardando agli obiettivi europei in tema di gestione rifiuti, in futuro il 10% dei nostri rifiuti, o anche meno, andrà in discarica, il 65% sarà riciclato e il 25% potrà essere gestito anche con tecniche di recupero energetico. La valorizzazione energetica dei rifiuti in alcuni ambiti può risultare strategica. Pensare che esistano soluzioni uguali ovunque è miope, bisogna adattare modelli e progetti a seconda dei diversi casi. Sul fronte del riciclo dei rifiuti, va ancora fatto un grande lavoro sulla plastica, anche avviando un’ulteriore riflessione sul ciclo di vita dei nuovi materiali”.

 

Tecnologia al centro della lotta ai cambiamenti climatici

“La transizione ecologica è un argomento molto divisivo. Non esiste una ricetta unica. La percezione diffusa dell’urgenza di interventi concreti per contrastate il cambiamento climatico si è affermata solo negli ultimi anni. La tecnologia rappresenta lo strumento centrale di questa lotta, ma nessuna tecnologia è a impatto zero. Cosa manca oggi alla tecnologia? Il risk assestement e la capacità di spiegarla efficacemente sin dalle scuole. Il primo tassello della transizione è sviluppare una discussione pacata, priva di ideologia che è la grande nemica di qualunque scelta ponderata. Una priorità assoluta è oggi investire in ricerca e sviluppo per una crescita rapida delle attuali possibilità tecnologiche. La transizione non può essere realizzata a spese dei lavoratori, dovrà essere sostenibile sia a livello ambientale che sociale”.

 

La sfida della decarbonizzazione

“Abbiamo tempi stretti per compiere passi importati nella lotta al cambiamento climatico e questo comporta una trasformazione enorme che porta con sé resistenze molti forti. Dovremo installare enormi fonti di energia rinnovabile nei prossimi 9 anni (per abbattere le emissioni di CO2), circa 70 gigawatt. In media fino ad oggi siamo stati in grado di ‘mettere a terra’ circa 0,8 gigawatt l’anno. È un’operazione gigantesca. La difesa del proprio territorio da parte dei comitati locali è comprensibile, ma se vogliamo raggiungere i risultati in termini di decarbonizzazione secondo i target fissati a livello globale, occorre una visione più ampia e non ideologica. Il PNRR seguirà solo la prima fase di questa transizione verso la decarbonizzazione. Sarà un motore che darà la prima decisiva spinta propulsiva, liberando peraltro anche risorse nazionali”.

 

Mobilità sostenibile: la sfida dell’elettrico

“Il raggiungimento del 60% di penetrazione dell’auto elettrica al 2030 sarà un target difficilmente raggiungibile. Anche guardando all’attuale intero ciclo di vita delle auto elettriche, c’è molta strada da percorrere per rendere le fonti energetiche totalmente rinnovabili. Il business model delle reti di rifornimento andrà totalmente ripensato. Oggi abbiamo 13 milioni di veicoli Euro0, Euro1 ed Euro2. La tecnologia Euro6 ci consente già oggi di compiere un deciso passo in avanti sul fronte della riduzione delle emissioni. La micromobilità elettrica è destinata a rivoluzionare la mobilità cittadina a basso impatto ambientale”.

 

“Proseguire la ricerca anche sul nucleare”

“L’Italia ha alle spalle una grande esperienza nella ricerca e nello sviluppo nel settore della fisica nucleare. La Francia e altri 10 Stati membri hanno recentemente richiesto se l’energia prodotta da mini-reattori nucleari possa essere definita ‘verde’. Sarebbe un cambiamento radicale delle regole. Oggi si stanno eseguendo valutazioni, su cui è ancora prematuro pronunciarsi.  L’Italia deve partecipare ai programmi sovranazionali di ricerca, anche su questi temi. Bisogna avere il coraggio di non abbandonare mai l’attività di ricerca”.

 

Il nuovo Ministero della Transizione Ecologica

“Le leggi si possono cambiare, la termodinamica no. La sfida del PNRR impone un cambiamento dell’apparato di regole e una trasformazione del Ministero in un laboratorio, con un sano mix di giuristi e tecnici che operino in sinergia per gestire al meglio i circa 16 miliardi all’anno per la transizione. L’attuale struttura ha ottime professionalità che vanno però integrate, visti gli elevati obiettivi”.

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