ERION: SERVONO 100 MILIONI DI EURO PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI EUROPEI DI RACCOLTA RAEE
ERION avanza alcune proposte per utilizzare parte dei fondi del PNRR per potenziare la filiera, creare oltre 8.000 posti di lavoro green e generare 150mila tonnellate di materie prime seconde all’anno, pari al peso di 20 Tour Eiffel, di cui il 4% di materie prime critiche
A fronte dell’immissione sul mercato di circa un milione di tonnellate/anno di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche si raccolgono, in modo differenziato, circa 365.000 tonnellate/anno di RAEE (6,14 Kg/abitante), ovvero poco meno del 40%; un dato molto lontano dal target europeo (65% dell’immesso sul mercato, pari a più di 10 kg/abitante). C’è un gap da colmare.
“È evidente che sia urgente investire nelle infrastrutture, potenziando quelle esistenti e creandone di nuove” – afferma Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE – “Molteplici potranno essere gli effetti positivi: la creazione di oltre 8.000 posti di lavoro green, il riciclo di 150.000 tonnellate all’anno di materie prime seconde, il 4% delle quali appartenenti alla categoria delle Critical Raw Materials, riducendo così i rischi di approvvigionamento derivanti dalla dipendenza di potenze economiche come la Cina; rilevante anche il contributo ambientale, con una riduzione delle emissioni di CO2 pari a circa 1 milione di tonnellate.”
Erion, il più importante Sistema multi-consortile italiano per la gestione di tutti i rifiuti associati ai prodotti elettrici ed elettronici, delinea tre proposte complementari e integrate che prevedono un piano di investimenti di 100 milioni di euro, utilizzando una parte dei fondi del PNRR:
30 milioni di euro – per 1.000 Eco-point RAEE sul territorio
Creando, entro il 2025, circa 1.000 (di cui almeno il 50% nelle Regioni del Sud) Eco-point RAEE, eco-centri di piccole-medie dimensioni posizionati in luoghi facili da raggiungere per i cittadini che risiedono in aree meno attrezzate, si potrebbe contribuire significativamente al raggiungimento del target europeo di raccolta. A regime ciascun Eco-point potrebbe ricevere l’80% dei rifiuti elettronici e rifiuti di pile provenienti dalle famiglie italiane servite, puntando a raccogliere in media 300 kg/giorno. A fronte di un investimento di 30.000 euro per ciascun Eco-point, si potrebbero generare in totale circa 4.500 posti di lavoro.
20 milioni di euro – per 100 centri di “ri-fabbricazione”
Con 20 milioni di euro si può creare una rete di 100 Centri Re-Man (centri di “ri-fabbricazione”), che consentirebbe di preparare per il riutilizzo quasi un milione di Apparecchi Elettrici ed Elettronici ogni anno, creando 1.500 posti di lavoro e sviluppando un fatturato annuale di più di 100 milioni di euro. I Centri Re-Man toglierebbero anche 30.000 tonnellate di RAEE dai processi di riciclo, generando un beneficio ambientale pari a 50.000 tonnellate di CO2 equivalente non emesse in atmosfera. La difficoltà principale in Italia è l’assenza di un Decreto Ministeriale sulla preparazione per il riutilizzo, che stabilisca regole omogenee a livello nazionale sui criteri e prerequisiti con cui effettuare il re-manufacturing dei RAEE.
50 milioni di euro – per riciclare le Critical Raw Materials e ridurre la dipendenza da potenze economiche come la Cina
Recuperare le materie prime critiche (metalli e sostanze contenute nei componenti elettrici, nei motori elettrici, nei gioghi di deflessione, nei compressori, nelle schede elettroniche e nei circuiti stampati) permetterebbe di generare un valore economico di 60 milioni di euro. Sfortunatamente il 90% di queste frazioni è attualmente esportato, generando introiti pari a soli 10 milioni di euro, perché nel nostro Paese mancano impianti in grado di trattare tali materiali. L’investimento necessario ammonta a 50 milioni di euro: la costruzione di 5 impianti di metallurgia leggera permetterebbe di mantenere in Italia 75.000 tonnellate ogni anno di componenti derivanti dai RAEE, con livelli di riciclo prossimi al 98%, e recuperare almeno 5.000 tonnellate di materie prime critiche, creando oltre 2.000 nuovi posti di lavoro.
“Sono proposte per potenziare la filiera dei RAEE, non contributi che chiediamo per Erion” – prosegue Arienti – “Se queste proposte fossero accolte non sarebbe infatti Erion a realizzarle: come Sistema leader di questo settore, come soggetto che ogni giorno rende un po’ più concreta l’idea di economia circolare, abbiamo ritenuto doveroso dare un nostro contributo, indicando alcune iniziative meritevoli di essere finanziate nell’ambito del PNRR ed essenziali per un salto di qualità della filiera dei RAEE. Sono iniziative che riguardano diversi aspetti: dalla raccolta (per facilitare il conferimento dei RAEE da parte dei cittadini che ancora oggi incontrano troppi ostacoli nel mettere in atto comportamenti virtuosi), ai centri di preparazione per il riutilizzo (area ancora totalmente inesplorata nel nostro Paese), fino agli impianti per l’estrazione delle materie prime critiche.”