Rifiuti: presentati i dati 2022 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva
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Rifiuti: 314 euro a famiglia nel 2022, in dieci anni la tariffa è cresciuta del 24%. Per la raccolta differenziata, a piccoli passi in avanti verso l’obiettivo del 65% con grandi differenze fra aree del Paese. I nuovi dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva
È di 314€ la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2022 da una famiglia nel nostro Paese, con un aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente e del 24% negli ultimi dieci anni.
È al Sud che si registra la spesa più elevata, con la Campania in testa a livello regionale (414€, e un leggero decremento dello 0,6% rispetto all’anno precedente) e ben otto capoluoghi di provincia meridionali nella top ten dei più cari, guidata da Catania dove una famiglia spende mediamente 594€ all’anno, con un incremento di quasi il 28% rispetto al 2021. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Trentino Alto Adige (€212), dove si registra però un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente; fra i capoluoghi di provincia è Udine quello meno caro, con una spesa media a famiglia di 174€.
Sono 63 i capoluoghi in cui si registrano aumenti della tariffa, soltanto 27 quelli in diminuzione: l’incremento più elevato a Cosenza (+40,9%), la riduzione più consistente a Caltanissetta (-17,4%).
È questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, disponibile online sul sito www.cittadinanzattiva.it. L’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento nel 2022 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. L’indagine è realizzata nell’ambito del progetto “Re-USER: usa meglio, consuma meno”, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico, Legge 388/2000 – ANNO 2021.
Il report di quest’anno contiene anche un focus sulla Missione 2 del PNRR che si prefigge di migliorare le infrastrutture per la raccolta differenziata, ammodernare o sviluppare nuovi impianti di trattamento rifiuti, colmando il divario tra regioni del Nord e quelle del Centro-Sud, e realizzare progetti altamente innovativi per filiere strategiche quali rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), industria della carta e del cartone, tessile, riciclo meccanico e chimica delle plastiche. Complessivamente i bandi si sono chiusi con oltre 3.800 proposte per nuovi impianti e ammodernamento esistenti e oltre 300 progetti faro di economia circolare. Gli investimenti raggiungono complessivamente un ammontare di 2,13 mld di euro.
“Le risorse del PNRR non potranno risolvere tutte le criticità che ancora oggi riguardano il settore dei rifiuti ma rappresentano certamente un’opportunità per porre rimedio a molte di quelle che sottopongono il nostro Paese alle procedure di infrazione da parte dell’Europa. In termini di occasione per contribuire a ridurre il divario tra Nord e Centro-Sud, siamo ancora in attesa di conoscere i risultati formali circa i vincitori dei bandi emessi lo scorso dicembre 2021 e chiusi entro marzo 2022, sia in termini di nuovi impianti e/o ammodernamento esistenti sia in termini di implementazione di processi di economia circolare”, dichiara Tiziana Toto, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva. “Rispetto al tema della “Cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali”, individuato il soggetto tecnico abilitato alla predisposizione della piattaforma, sarebbe opportuno prevedere un processo di coinvolgimento dei rappresentanti dei cittadini-consumatori, al fine di innescare un processo partecipativo nella fase di produzione e diffusione del materiale educativo ed informativo sulle tematiche ambientali e di consumo responsabile. Una adeguata organizzazione del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti e comportamenti di consumo e di conferimento responsabili fanno bene all’ambiente ma anche alle tasche dei consumatori. L’esempio della città di Catania dimostra come un servizio non adeguato di raccolta differenziata fa crescere i costi di sistema e di conseguenza le tariffe della TARI”.
Nelle tabelle seguenti Cittadinanzattiva pubblica l’elenco dei 10 comuni capoluogo di provincia più costosi e quelli più economici nel 2022.
Raccolta differenziata, a piccoli passi verso l’obiettivo del 65% ma il Sud resta ancora indietro
Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2021 dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in Italia nel 2020 sono state prodotte 28,9 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-3,6% rispetto al 2019). La maggioranza dei rifiuti urbani è prodotta nel Nord (48,1%) seguito dal Sud con il 30,7% e infine dal Centro (21,2%).
La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 63% (+ 1,7 punti rispetto al 2019) mentre il 20,1% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. Meglio il Nord nei livelli di raccolta differenziata (dove si raggiunge il 70,8%), segue il Centro (59,2%), infine il Sud (53,6%).
Fra le regioni, le più virtuose sono Veneto, Sardegna, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Marche – tutte oltre il 70% di raccolta differenziata – e Friuli Venezia Giulia e Umbria, di poco sotto il 70%. Fanalino di coda la Sicilia che differenzia appena il 43% di rifiuti e con Catania che si colloca all’ultimo posto, tra i capoluoghi di provincia, con una raccolta differenziata inferiore al 10%.
A livello di capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (53%). L’81% dei capoluoghi prevede incentivi o altre azioni per agevolare l’auto compostaggio presso le utenze domestiche. Tali misure si traducono essenzialmente nella riduzione della tariffa rifiuti (92% dei casi), nella distribuzione gratuita della compostiera (59% dei casi) e nell’organizzazione di corsi gratuiti di compostaggio domestico (12,5% dei casi).
Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati la percentuale più elevata è relativa alla frazione organica (39,3%), seguita da carta (19,2%) e vetro (12,2%).
Raee, olii esausti alimentari e tessili scarsa la differenziazione. Serve più informazione e maggiore facilità di smaltimento
Assai bassa, sotto il 2%, la differenziazione dei rifiuti come RAEE, tessili e olii esausti. Nel 2021 in Italia sono stati raccolti e smaltiti 385.258 tonnellate di RAEE, con un aumento del 5,3% rispetto al 2020 (principalmente grazie al bonus TV che prevedeva la rottamazione del vecchio televisore per acquistarne uno nuovo) ma siamo ancora molto al di sotto della media europea di 10 chili pro-capite annuali, attestandoci sui 6,46 chili. Resta inoltre un forte divario al riguardo fra le varie aree d’Italia: in Val d’Aosta si raccolgono 11,4 kg pro-capite di RAEE all’anno, mentre in Campania 3,62.
Inoltre, sulla base di una indagine condotta da Cittadinanzattiva e Junker ad ottobre 2022 e alla quale hanno partecipato 18.500 cittadini, emerge che ad esempio soltanto la metà di essi ha smaltito un Raee con la modalità “uno contro uno” e soltanto un terzo con la modalità” uno contro zero” e ancora circa il 40% giudica non sufficiente la facilità di smaltimento dei rifiuti elettronici nella propria zona. Lo stesso giudizio viene emesso in merito alla facilità di smaltimento degli oli esausti e dei prodotti tessili.
Tutte le informazioni della indagine sono disponibili su INFORMAP, www.cittadinanzattiva.it/informap, la cartina navigabile che rende fruibili, per ogni capoluogo di provincia, informazioni e approfondimenti su tariffe e agevolazioni, qualità, tutele e altri riferimenti utili.
Per maggiori informazioni, assistenza e consulenza sul tema, Cittadinanzattiva mette a disposizione S.U.S.I., l’assistente virtuale disponibile h24 (home page in basso a destra). È inoltre attivo un numero dedicato ai cittadini: 06 36718040 (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 14:00 alle 17:00) e la mail tutela@cittadinanzattiva.it.