Raccolta differenziata o avviato al riciclo? Interviene il Direttore di ASSOAMBIENTE Elisabetta Perrotta

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Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un articolo nel quale venivano riportati i dati ISPRA del 2020 nei quali la media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 63,04%, mentre l’Unione Europea ci dice che solo il 51,40% è stato avviato al riciclo. Questo vuol dire che nelle operazioni di selezione e valorizzazione delle raccolte differenziate, ben l’11,64% dei rifiuti viene scartato e non viene riciclato. La scarsa qualità delle raccolte differenziate ci ha fatto perdere nel 2020 circa 3.370.000 tonnellate.

Abbiamo chiesto agli organi di alcune categorie economiche del settore una loro valutazione.

Il Direttore di Assoambiente, Elisabetta Perrotta, ci ha gentilmente inviato le sue considerazioni, che riportiamo integralmente.

 

La raccolta differenziata e la gestione rifiuti urbani

Elisabetta Perrotta – Direttore Assoambiente

Il servizio di gestione dei rifiuti urbani è caratterizzato da eterogenee organizzazioni del servizio, differenti modelli di raccolta (stradale, mista o porta a porta), vincoli derivanti dalla disponibilità di impianti nonché dalle modalità di finanziamento.  Condividono comunque, in base a quanto riportato nella Direttiva 2008/98/CE e nella Comunicazione della Commissione europea “Un nuovo piano d’azione per l’economia circolare” [COM(2020)98final], il comune obiettivo di incrementare il riciclo dei rifiuti e ridurne il conferimento in discarica.

In questo contesto la raccolta differenziata gioca un ruolo fondamentale e rappresenta lo strumento per rispondere in modo più sistemico alla gestione dei rifiuti: non è quindi sinonimo di riciclo, ma il primo tassello di un percorso che favorisce il riciclo, aumentando i flussi selezionati di rifiuti da avviare a questa modalità di gestione.

Pur non essendo previsti obiettivi a livello UE – diversamente da quanto invece definito per il riciclo di alcune tipologie di rifiuti – la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è infatti riconosciuta dalla Commissione europea come elemento chiave per “evitare un trattamento dei rifiuti che relega le risorse ai livelli inferiori della gerarchia dei rifiuti, aumentare i tassi di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio, consentire un riciclaggio di elevata qualità e di promuovere l’impiego di materie prime secondarie di qualità”. A riguardo gli Stati membri sono sollecitati a garantire un maggiore rispetto dell’obbligo di raccolta differenziata per alcune frazioni merceologiche dei rifiuti, “ove essa sia fattibile sul piano tecnico, ambientale ed economico” (articolo 10, paragrafo 2, e all’articolo 11, paragrafo 1 della Direttiva 2008/98/CE).

Affinché la raccolta differenziata possa però esercitare il ruolo che gli è riconosciuto in modo efficace, diversi sono gli elementi che devono essere considerati: quantità, qualità, impiantistica, costi correlati alla gestione, coinvolgimento e informazione ai cittadini.

SEE IMAGE OF CONTENITORI RACCOLTE DIFFERENZIATE

Dal punto di vista quantitativo, l’Italia ha fissato obiettivi a livello nazionale per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, prevedendo in caso di mancato raggiungimento, una rimodulazione incrementale del tributo in discarica da parte delle Autorità di Governo del territorio finalizzato ad alimentare uno specifico fondo regionale atto a finanziare tra l’altro interventi per lo sviluppo impiantistico e l’informazione ai cittadini in materia di prevenzione e raccolta differenziata. Purtroppo, gli ultimi dati presentati da ISPRA nel Rapporto sui rifiuti urbani, indicano che l’Italia al 2020 (63%) non ha ancora raggiunto il target fissato per il 2012 pari al 65%. Questo aspetto della gestione dei rifiuti attesta un andamento nazionale non omogeneo: nel 2020 il Nord infatti registra quasi il 71% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani a fronte di un valore pari al 59% e 54% rispettivamente per il Centro e Sud Italia.

I valori più significativi si registrano nelle aree del Paese dove la quantità dei rifiuti raccolti in modo differenziato ha trovato impianti capaci non solo di valorizzarli come nuova materia, diventando fonte costante di approvvigionamento per la manifattura nazionale, ma anche di recuperare dal punto di vista energetico quelle frazioni attualmente non riciclabili, senza dimenticare il corretto smaltimento delle frazioni non ulteriormente recuperabili. 

La presenza della raccolta differenziata non svincola infatti il sistema di gestione dalla necessità di organizzarsi anche con forme di gestione diverse dal riciclo. Questo perché affrontare il tema della raccolta differenziata in modo completo implica considerare anche due ulteriori elementi: le rese del riciclo (date dal rapporto tra quantità di materiale in entrata nei processi di riciclo e la quantità in uscita), variabili in funzione della frazione merceologica considerata, e il grado di qualità della stessa raccolta (data dal quantitativo di materiali estranei o non conformi rispetto alla tipologia raccolta). Elementi che di fatto aumentano il quantitativo degli scarti che devono trovare altre forme di gestione, dal recupero della componente energetica all’invio in discarica ove nessuna altra possibilità di valorizzazione del rifiuto è possibile. 

Sulla qualità della raccolta differenziata, il cittadino è chiamato a svolgere un ruolo chiave nella gestione selettiva dei propri rifiuti.  Proprio per questo nel Piano d’azione per l’economia circolare dell’UE, la Commissione è chiamata in causa per supportare i cittadini, le imprese e le autorità pubbliche a migliorare la separazione dei rifiuti proponendo a riguardo sistemi armonizzati di raccolta differenziata. A riguardo il JRC (il Centro di Ricerca della Commissione europea) nel 2021 ha avviato i lavori finalizzati alla redazione di uno studio sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani per migliorare le prestazioni dei sistemi di gestione dei rifiuti con un’attenzione particolare anche al coinvolgimento dei cittadini, spesso confusi dai molteplici colori, etichette e modalità che interessano la raccolta differenziata dei rifiuti urbani.

L’obiettivo è proprio quello di costruire un sistema in cui i policy maker riescano a favorire un contesto dove, a fronte del maggior impegno richiesto ai cittadini, l’aumento della percentuale e della qualità dei rifiuti differenziati sia accompagnata da un sistema impiantistico e di sbocco dei nuovi materiali (oltre che per la chiusura reale del ciclo di gestione) capace di garantire una migliore qualità, anche in termini di ritorni economici necessari a neutralizzare i maggiori costi della raccolta.

Elisabetta Perrotta – Direttore Assoambiente

 

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