PETIZIONE PER ELIMINARE LA PLASTICA DAI VASETTI DI YOGURT

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Il Fatto Alimentare ha lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org per chiedere alle aziende di sostituire gli attuali vasetti per lo yogurt in plastica con altri in materiale compostabile. Ogni anno in Italia si buttano 3 miliardi di vasetti di yogurt che corrispondono a 17.000 tonnellate di plastica. Questa tendenza si può invertire, come già avvenuto in altri settori. Con la petizione chiediamo a tutte le aziende di sostituire la plastica attualmente in uso, con vasetti completamente compostabili in cartoncino o bioplastica da gettare nel contenitore dell’umido di casa.

Il cambio di materiale non comporta un grande investimento economico. Basta un settaggio delle linee di produzione per adattarle all’impiego delle bioplastiche o del cartoncino. Serve buona volontà. In questo modo si renderebbe molto più sostenibile il ciclo produttivo e i maggiori costi della conversione potrebbero essere assorbiti dall’industria. Se consideriamo il prezzo di vendita al dettaglio stiamo parlando al massimo di 3 centesimi in più a vasetto.
I conti sono presto fatti, un vasetto di yogurt da 125 g viene venduto al supermercato a un prezzo variabile da 30 a 60 centesimi. La scelta di usare cartoncino o bioplastica verrebbe a costare alle aziende circa 3 centesimi in più. I vasetti compostabili che dovrebbero sostituire la plastica sono di due tipi. Il primo è in bioplastica compostabile (materiale ottenuto da materia prima vegetale, organica, scarti di lavorazione) da smaltire nel bidone dell’umido di casa per diventare compost da usare come fertilizzante in agricoltura. La seconda ipotesi è quella di usare carta ricavata da cellulosa vergine, rivestita all’interno da un sottilissimo strato di bioplastica, anche questo completamente compostabile.

Come raggiungere questo obiettivo? Con la buona volontà delle aziende alimentari produttrici di yogurt e delle catene di supermercati che vendono il prodotto con il loro marchio. Forse se raccogliamo migliaia di firme riusciamo a stimolare il cambiamento.

articolo pubblicato per gentile concessione della redazione di

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