Frazione Umida: i numeri della raccolta
I rifiuti organici (umido e verde) rappresentano oltre il 38% dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, confermandosi la prima frazione raccolta per abbondanza relativa. Tuttavia, si sottolinea come la raccolta differenziata della frazione umida negli ultimi anni abbia rallentato fortemente la crescita.
Con una raccolta differenziata pari a circa 5.457.000 tonnellate, la frazione umida si allinea sostanzialmente al dato del 2021, con una flessione di 4.400 tonnellate in valore assoluto, ma con un modesto aumento di 0,1 kg/ab in termini di intercettazione pro capite, raggiungendo quindi i 92,7 kg/ab.
Inoltre, cresce la popolazione coinvolta: come sottolinea il Centro Studi CIC, considerando i comuni in cui la raccolta raggiunga almeno una intercettazione di 50 kg/ab, nel 2022 si supera il 90% della popolazione nazionale, tenendo conto che nel 2012 era poco più del 55% e nel 2017 meno dell’80%. Sono però ancora circa 5 milioni gli abitanti residenti in comuni con livelli di intercettazione della frazione umida con ampi margini di miglioramento, oltre ai comuni che ancora oggi non hanno attivato servizi dedicati di raccolta dell’umido.
Andamento della raccolta della Frazione Verde
A fronte di una stabilità complessiva della frazione umida, il CIC evidenzia il rilevante calo della raccolta differenziata della frazione verde, che registra rispetto all’anno precedente un -139.000 tonnellate, proseguendo un preoccupante trend. Oltre il 90% del calo è imputabile alla macroarea del Nord Italia, con in testa la Lombardia che registra nel 2022 una minore intercettazione rispetto al 2021 di ben 73.000 tonnellate.
La raccolta differenziata di sfalci e potature mostra numeri al ribasso fin dal 2015 inizialmente causati da una normativa nazionale disallineata con le politiche ambientali comunitarie, e successivamente da una mancanza di indicazioni precise da parte di alcuni enti locali. Più volte ed anche recentemente il Ministero dell’Ambiente si è espresso in merito, chiarendo la natura di rifiuto di sfalci e potature nella speranza che questo contribuisca a mettere ordine nel settore, diminuendo potenziali smaltimenti di discutibile efficacia, e a invertire la tendenza nel corso del 2023.
Impianti e produzione compost e biogas
In Italia il riciclo dei rifiuti organici nel 2022 è stato affidato a 357 impianti di trattamento biologico, uno in più rispetto all’anno precedente, autorizzati a trattare circa 12 milioni di ton/anno di rifiuti a matrice organica, oltre 750.000 mila ton/anno in più del 2021. Il totale dei rifiuti a matrice organica trattati ammonta a circa 8,35 milioni di tonnellate, circa 55.000 tonnellate in più dell’anno precedente.
In particolare, sono 283 (10 in meno del 2021) gli impianti di solo compostaggio che producono compost. Salgono a 74 (11 in più rispetto al 2021) gli impianti che trattano i rifiuti a matrice organica mediante digestione anaerobica, in prevalenza integrati con il processo di compostaggio, per la produzione di compost e biogas. Oltre il 65% della frazione umida viene riciclata attraverso processi integrati che includono una fase di digestione anaerobica.
Dal riciclo dei rifiuti a matrice organica, nel 2022 sono state prodotte circa 1,9 milioni di tonnellate di compost, tra ammendante compostato misto (oltre 1 milione di tonnellate), ammendante compostato verde e ammendante compostato con fanghi (oltre 400mila tonnellate ciascuno). Inoltre, sono stati ottenuti 409 milioni di metri cubi di biogas, valorizzati mediante la produzione di circa 411 GWh di energia elettrica lorda, 169 GWh di energia termica lorda e 167 milioni di metri cubi di biometano (in 30 impianti) utilizzabile sia per l’immissione in rete per consumi domestici che per l’autotrazione come carburante rinnovabile, con l’obiettivo di ridurre il ricorso alle fonti fossili.